Si dice che l’India o la si ama o la si odia

Chi ama l’India lo sa: non si sa esattamente perché la si ama. È sporca, è povera, è infetta; a volte è ladra e bugiarda, spesso maleodorante, corrotta, impietosa e indifferente. Eppure, una volta incontrata non se ne può fare a meno. Si soffre a starne lontani. Ma così è l’amore: istintivo, inspiegabile, disinteressato. 

Innamorati, non si sente ragione; non si ha paura di nulla; si è disposti a tutto. Innamorati, ci si sente inebriati di libertà; si ha l’impressione di poter abbracciare il mondo intero e ci pare che l’intero mondo ci abbracci. L’India, a meno di odiarla al primo impatto, induce presto questa esaltazione: fa sentire ognuno parte del creato. In India non ci si sente mai soli, mai completamente separati dal resto. E qui sta il suo fascino.

L’ultimo giro di giostra, Tiziano Terzani

 

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Mai come in questo viaggio ho avuto uno shock culturale così forte, shock che probabilmente mi ha tolto un po’ di energie facendomi sentire molto stanca.
Quando si arriva in India, è come se tutto quello visto fino ad ora, non sia minimamente comparabile, ed è come se tutti i viaggi fatti prima non siano comunque riusciti a prepararti ad uno shock inferiore. Le città indiane non ricordano per nulla le altri grandi città del mondo, non ci sono grandi marchi, o insegne conosciute, questo Paese è letteralmente un Paese brulicante di persone, di vita, di caos. E viaggiare in questo Paese non è di certo una cosa semplicissima.

L’India è davvero un altro mondo, è un Paese di forti contrasti, un Paese in cui ci sono strade brulicanti di persone a piedi o a bordo di tuk tuk e motorini che suonano incessantemente, di odori, di puzze, di mucche, in cui bisogna sempre guardare dove si mettono i piedi se non si vuole rischiare di calpestare schifezze varie, con molti rifiuti a cielo aperto. E’ questo quello che mi ha scioccato all’inizio e su cui non potevo fare a meno di soffermarmi, la povertà che è degrado, molto diversa da quella vista in altri Paesi visitati. E capisco come mai una persona a me cara dopo aver viaggiato per il Paese mi disse che il problema della povertà difficilmente sarà risolvibile.

Insieme a questo aspetto, nonostante i miei tanti viaggi in giro per il mondo, molti fatti anche da sola, per la prima volta ho avuto una sensazione di smarrimento. E’ come se fossi stata bloccata dal camminare in giro per le strade da sola come mi è sempre piaciuto fare. Ma non perché avessi paura mi succedesse qualcosa, Jaisalmer è un posto davvero tranquillo, ma non mi sentivo sicura di me e volevo evitare di chiedere informazioni in giro perché non sapevo quanto mi sarei potuta fidare. Eh già, perché gli indiani, soprattutto quelli di Delhi cercano di truffarti, ed in generale per una donna non è facile viaggiare e quando camminerete per la strada dovrete abituarmi a sguardi di ogni tipo, e ricevere vari inviti, come “andare a prendere un Chai* di benvenuto”, oppure frasi tipo “Posso aiutarti? Puoi aiutare me? Vuoi un massaggio?

Molti dicono che non vanno in India perché non si sentono pronti, ma a quelle persone rispondo che non si potrà mai essere pronti all’impatto che si avrà all’arrivo, non si potrà essere pronti a quelle che vedrete e a quelle che annuserete. Piuttosto il mio consiglio è quello di partire se si è preparati ed abituati a viaggiare da soli e in Paesi del Terzo Mondo, ovviamente mi riferisco a chi come me viaggia come backpacker, il discorso cambia se viaggiate con un tour organizzato in cui comunque vi affiderete a qualcuno e non sarete mai soli!
E soprattutto il mio consiglio è di non partire se si sta attraversando un periodo difficile, se ci si sente fragili, perché questo viaggio ha un impatto forte sia a livello emotivo che fisico.
Quel che è certo, è che dopo aver viaggiato in questo Paese sarete capaci di viaggiare ovunque!

Si dice che l’India o la si ama o la si odia.

Per quanto mi riguarda penso che nel giro di una settimana sono passata da una fase in cui ero più scioccata che affascinata ad una fase in cui ho iniziato a sentire il fascino di questo luoghi, e finalmente ho iniziato a camminare da sola per le strade, a parlare con le persone del posto incuriosite, e in cui mangiare con le mani è diventata una cosa del tutto naturale! E, sono sempre più convinta, che il mondo anche se a volte è crudele, spesso non è un luogo così pericoloso come molti vogliono far credere.

E’ come se l’India, o nel mio caso Jaisalmer ed il Rajastan siano entrati dentro di me senza che me ne sia accorta, i suoi mille colori, i suoi sapori, i suoi odori, i volti delle persone, dei bambini soprattutto che ti vengono incontro e ti prendono per mano.

E poi, in quale Paese al mondo può capitare di trovarsi in un ristorante e veder entrare una mucca al suo ingresso?

 

*”Masala Chai”, tipica bevanda rajastana e indiana composta da tè e latte con l’aggiunta di spezie varie. Gli indiani ne bevono diverse tazze al giorno, in media una decina!

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