Sul viaggio, i cambiamenti e gli addii: la parte più dura del viaggiare

La felicità è reale solo se condivisa (Chris McCandless, Into the wild)

Sebbene la mia capacità di adattamento sia molto forte la stessa cosa non si può dire della mia capacità di affrontare i cambiamenti. Forse il mio sapermi adattare velocemente ai luoghi e la mia capacità di conoscere nuove persone fa di me un essere più emotivamente vulnerabile ai cambiamenti. Perché, più ci si abitua velocemente ad un luogo e ci si lega maggiormente alle persone che lo abitano e più questo ci mancherà, più faremo fatica a lasciarlo.

E’ la stessa cosa che è successa nella mia vita al momento della mia partenza da Sydney ma anche nelle vite degli altri quando me ne sono andata. Il cuore ed i sentimenti dell’uomo sono sempre in bilico, e così nonostante avessi desiderato e sognato a lungo quel viaggio in Australia mi sentivo molto più triste a lasciare la città e gli amici piuttosto che sentirmi elettrizzata. Ed ora quel duplice sentimento si ripropone, non nella stessa intensità e significato ovviamente, ora che devo lasciare Jaisalmer e l’ostello in cui ho vissuto un mese, in cui mi sono sentita a casa e protetta, e dovrò rimettermi in strada con tutto quello che comporta in un Paese come l’India.

L’unico pensiero che mi tranquillizzava e mi acquietava allora e lo fa ancora oggi, è la consapevolezza che nella vita le cose cambiano di continuo, a volte i cambiamenti li subiamo, altre volte invece ne siamo gli artefici.

Si può dire che il viaggio stesso costituisca un cambiamento, primo tra tutti un cambiamento di luogo fisico ma anche, e a volte soprattutto, un cambiamento dentro noi stessi.

Ci sono cose che nonostante il passare del tempo, degli anni, e con l’aumento delle esperienze comunque non cambiano. Ci diciamo e ci convinciamo che andrà meglio, che la prossima volta saremo più preparati invece no, ogni qualvolta si ripresentano certi eventi non lo si sarà mai abbastanza.
Sto parlando degli addii o degli arrivederci con persone che forse, anzi probabilmente non rivedrai più nell’arco della tua vita.

Viaggiare è una delle cose più belle che si possano fare nella vita, è la fortuna più grande che si possa avere, insieme all’amore e alla salute ovviamente. Ma costituisce soprattutto un privilegio che non tutti possono avere.

Si racconta sempre di quanto il viaggio sia un’esperienza indimenticabile, di quanto sia meraviglioso trascorrere dei mesi all’estero per conoscere culture, usi e costumi diversi dai nostri, del senso di libertà e di avventura che si prova, e di certo tutto questo è vero, ho deciso di aprire questo blog sopratutto per questa ragione, il poter condividere con le persone a me care i miei viaggi e le mie esperienze in giro per il mondo. Quindi non mi soffermerò su quest’aspetto piuttosto scontato ed ovvio.

Ma piuttosto vorrei concentrarmi sulla parte più difficile e più brutta del viaggio, gli addii, il momento in cui si deve salutare una persona a te cara o una persona con il quale si è condiviso una parte di esso. Questi addii non sono come tutti gli altri perché avvengono dopo momenti intensi e speciali vissuti insieme.

Gli addii ed i saluti per me sono sempre stati difficili, ricordo ancora quando alla fine delle vacanze estive o invernali passate a casa dei miei nonni in Puglia io piangevo a dirotto oppure nella mia prima esperienza all’estero, un viaggio studio in Irlanda, nel salutare la coppia di vecchietti che mi avevano ospitata ero triste e non volevo tornare a casa. Non sapevo che quelli erano dei segnali che indicavano già una propensione al viaggio, al nomadismo, al non sentire nostalgia di casa, ma allo stesso punto essere capace ovunque mi trovi di creare legami o connessioni con persone di Paesi e culture diverse..

Quando si viaggia si incontrano tante persone e con alcune di loro si condividono momenti di vita importanti, momenti in cui si scoprono parti di se stessi che fino ad allora non si conoscevano, momenti in cui si scopre insieme un Paese diverso, momenti in cui si ride, ma anche in cui magari si piange, in cui si affrontano delle difficoltà, ecc.

La concezione del tempo quando si viaggia cambia drasticamente e così ad esempio una manciata di giorni ci sembrano invece settimane. Spesso quando si viaggia o si resta fermi in un posto si perde la cognizione del tempo. Potete immaginare quindi questi tipi di rapporti nati in queste circostanze siano ben diversi da quelli che possono nascere nella quotidianità.

Salutare una persona che se ne va, lasciare un luogo a noi caro, prendere strade diverse, è una delle cose più difficili, forti e tristi che si possano fare durante un viaggio o un’esperienza all’estero. Non ci si abituerà mai, e forse è giusto che sia così.

La cosa paradossale è che se stiamo così male è perché siamo stati bene, altrimenti non ne soffriremmo così tanto. Quindi un’aspetto decisamente positivo è allo stesso tempo causa di un sentimento di tristezza.

La cosa più affascinante quando si viaggia, soprattutto per chi lo fa senza limiti di tempo, in modo libero, è incontrare persone che vanno e vengono con il quale ci si racconta esperienze di viaggio, ci si da consigli, è un continuo vagabondare, esplorare, assaporare il Mondo in cui viviamo.

La vita del viaggiatore è anche questa, è come essere su una giostra, quando si sta su ci si diverte e si è felici, ma poi si deve scendere oppure alcune persone prenderanno il posto di altre, ma non sarà comunque la stessa cosa. La sintonia, il legame, la connessione che può nascere con una persona non è qualcosa di replicabile.

Dietro la vita del viaggiatore di nasconde la consapevolezza che per tutti arriverà quel momento in cui si dovrà lasciare un posto che era diventato come una casa per rimettersi in marcia, per riprendere la propria strada. Il momento in cui dei gruppi di persone entrate così tanto in sintonia dovranno sciogliersi.

E’ come se ogni volta che si lascia un posto e si saluta una persona si lasciasse un pezzetto del proprio cuore. Provate quindi ad immaginare quanti pezzetti del proprio cuore un viaggiatore abbiamo potuto spargere in giro per il Mondo.

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