Namibia. Cosa mi ha colpito di più – Cose da sapere

  • I cieli stellati. La luminosità delle stelle. Non crederete ai vostri occhi quando alzerete gli occhi eimg_6056 vedrete così tante stelle e costellazioni brillare su di voi. La via lattea è molto estesa e ci sono tantissime stelle cadenti che tracciano delle vere e propri percorsi nel cielo. Non dimenticatevi che state osservando un cielo australe e non boreale che si distingue proprio per queste caratteristiche. Cieli altrettanto belli e magici li ho visti unicamente in Australia nel Kakadu National Park!

  • Campeggi. Quello che più mi ha stupito è la tipologia dei campeggi di cui si può usufruire. Ce n’è per tutti, dai campeggi con lodge ultra affollati dell’Etosha che comunque sono stati costruiti riducendo al minimo l’impatto visivo ai bush-camping dotati comunque quasi sempre di docce e servizi igenici. Anche nelle zone più remote i campeggi sono molto curati e volti a offrire un ottimo servizio di ospitalità sempre nel rispetto del paesaggi circostante. Certo, parlando di riduzione dei consumi energetici e idrici c’è ancora molta strada da fare ma davvero non mi sarei mai aspettata dei campeggi migliori di molti altri Paesi europei!

  • I supermercati. Anche nel paesino più sperduto c’erano market dove trovare i beni di consumo più importante, ma la cosa che ho trovato più assurda e che mi ha disarmato è stato vedere supermercati in tutto e per tutto occidentali, questo soprattutto nella capitale dove ci sono addirittura centri commerciali ma anche in cittadine tedesche dove i supermercati sono lustrati come non si fa neanche in Italia. Tutto questo se rapportato con il mondo che c’è fuori dalla capitale e fuori dalle cittadine maggiori stride molto ma è pur vero che questo tipo di contrasti sono presenti in quasi tutti i paesi in via di sviluppo e che comunque siamo in Africa meridionale molto simile per molti aspetti al Sud Africa.

  • Welfare. C’è un buon welfare nei riguardi di tutte le persone, un sistema pensionistico che garantisce a tutti con cifre ovviamente diverse un salario di sussistenza. Il governo inoltre si sta impegnando molto per combattere l’alfabetizzazione e creare un sistema di istruzione democratico con sistemi di incentivazione per la scolarizzazione, la sanità è un punto molto importante sicuramente da migliorare però è da sottolineare come oltre ad un sistema sanitario privato ce n’è uno pubblico molto economico con quello che comporta come lunghe file e liste d’attesa. Insomma le cose sembrano funzionare, e le tasse pagate dai namibiani vengono utilizzati per migliorare le infrastrutture ed i servizi. Ovviamente siamo pur sempre in Africa e sono ancora tante le persone che si trovano in situazioni difficili, che non riescono a trovare un lavoro e che vivono di stenti. Se una persona vuole provare a cercare un lavoro in una data zona si può iscrivere ad una lista di attesa per l’assegnazione di terreni messi a disposizione del governo a cifre irrisorie ed a volte gratuitamente. Il governo mette a disposizione di alcune abitazioni, tipo baracche che però dispongono di servizi igenici ed elettricità.

  • Ricchi e poveri/Namibiani e “coloni”. Sebbene ci sia povertà nel paese e sono ancora fisse nella mia mente alcune immagini di donne e bambini incontrate lungo la strada e nei piccoli villaggi, l’impatto e l’entità di questo fenomeno è minore rispetto ad altri Paesi africani. Come in molti paesi in via di sviluppo, ci sono contrasti tra chi è ricco e chi non lo è, ma qui questa forbice non è molto ampia, quantomeno non lo è tra le persone di colore o “Brown” come si definiscono loro, perché anche quelle che possiedono un lavoro di tutto rispetto vivono a Kakatura, nella parte più povera di Windhoek dove durante la fase di colonizzazione tedesca furono obbligati a trasferirsi lasciando il centro città. Ho visitato Kakatura e non vi ho trovato che persone di colori, i veri africani e nessun tedesco. E’ facile quindi pensare che gli europei, gli occidentali e qualora ci fossero i cinesi che stanno investendo in questa terra, abitano ancora nella parte più ricca dell città dove tutto è più facile. Pensate che molti abitanti di Katatura per raggiungere il centro o l’Università possono metterci anche un’ora!

  • Il rispetto dei diversi usi e costumi e la solidarietà. Camminando per le strade della capitale e facendo la spesa nei vari supermercati non è raro essere circondati da persone completamente diverse tra loro, e non mi sto riferendo solo ai tedeschi che vivono nel Paese o ai turisti/viaggiatori quanto alle diverse culture namibiane: vi capiterà di vedere persone ben vestite che magari lavorano in ufficio, donne Herero con i loro vestiti e cappelli colorati vicino a donne Himba vestite o meglio dire svestite. Ma tutto è visto come naturale e c’è un massimo rispetto per queste diversità almeno tra gli africani. Mentre ero in viaggio con i miei colleghi africani, ci fermavamo spesso a dare cibo e altri beni di consumo per la gente che gestiva le piccole strutture e che avevano bisogno di un’aiuto. I namibiani che hanno ottenuto un lavoro sicuro e magari ben pagato, non si dimenticano certo di chi invece vive di stenti o comunque con difficoltà.

  • La difesa degli animali. La Namibia è uno dei Paesi africani con il più alto numero di animali al di fuori dai confini dei parchi nazionali. In un mondo giusto dovrebbe essere possibile vedere elefanti, giraffe, leoni ecc.. in totale libertà ma di fatto questi animali ormai sono presenti esclusivamente all’interno dei comunque immensi parchi nazionali, ad eccezione della Namibia. Ci sono molte organizzazioni che si stanno impegnando per sensibilizzare gli allevatori alla difesa delle specie animali attraverso l’educazione ambientale e la collaborazione reciproca. La prima volta che sono entrata in un supermercato ho notato che sui tappi delle bottigliette d’acqua era presente il logo di un rinoceronte. Presto ho capito il motivo, il governo si sta impegnando molto per fare fronte all’emergenza dei rinoceronti, così come l’elefante è ucciso per l’avorio così il rinoceronte viene ucciso per il suo corno che attualmente ha un valore altissimo, 500.000 $ per 1 kg! A quanto pare gli asiatici sono le persone più interessate a questo materiale per farne oggetti di arredamento e altro e ci sono vere e proprie operazioni di spionaggio nei parchi nazionali, tanto che molti di loro mandano donne e bambini per fare dei sopralluoghi, localizzare gli animali con l’aiuto di gps, droni, smartphone ed inviare questi dati a chi poi si occuperà di ucciderli. Il numero di questi animali sta sensibilmente diminuendo ed il governo ha messo a disposizione dei parchi una vera e propria taksforce sia per controllare il territorio, ed è anche per questo che all’ingresso del parco viene richiesto il passaporto. Le autorità preposte sono arrivate persino a tagliare il corni dei rinoceronti (che comunque ricresce) per evitare l’uccisione da parte di questi criminali. Per supportare questa battaglia cliccate su http://www.savetherhinotrust.org/.

  • La difesa dell’ambiente. Lo stato collabora con la popolazione locale per gestire le proprie terre attraverso il turismo. La Namibia è stato il primo Paese africano (ed uno dei pochi al mondo) ad aver inserito nella propria costituzione la tutela dell’ambiente e le comunità locali danno il loro contributo all’impegno ambientale in cambio di un’equa distribuzione dei proventi del turismo. I viaggiatori da queste parti sono un’autentica risorsa. Oltre il 14% del territorio è protetto e lo stato sta progettando di creare un’area molto estesa che unisca le diverse aree o parchi protetti. Parlando con gli operatori locali e le guide si intuisce subito che c’è molto interesse e passione in questo campo, speriamo quindi che si prosegua in questa direzione e che altri Paesi prendano esempio da questo tipo di gestione.

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