(Italiano) Esperienze “culinarie” tra i terrazzamenti di Vernazza

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Iniziamo la camminata lungo i terrazzamenti, e rifletto sulla fatica che ha investito i coltivatori e contadini delle Cinque Terre in tutti questi anni e che comunque non gli ha impedito di costruire uno dei paesaggi più unici al mondo….

Rifletto perché io, ventunenne, ex- sportiva abituata a camminare, fatico a salire lungo questi versanti; non è certamente un’impresa impossibile, anzi rispetto ad altri sono molto agile e sveglia ma noi abbiamo soltanto il peso dei nostri zaini, che seppur non molto leggeri, non sono per nulla paragonabili al peso che gli uomini e le donne di questo luoghi hanno dovuto sopportare; paragonerei quest’impresa e la caparbietà dei contadini e coltivatori a quella avvenuta nel Sud d’Italia dove in terreni e luoghi poco adatti alla coltivazione perché troppo aridi, si sono coltivati frutteti, in particolare agrumi di grande bellezza e bontà. Rifletto mentre i contadini del luogo parlano e raccontano la storia di questi luoghi e di questi terrazzamenti e le modalità di costruzione dei muretti a secco.

Ascolto queste parole affascinata dai mille colori che mi circondano e dalle diverse specie di piante e odori che ci sono (come la foglia di limone dall’odore buonissimo); sarà che essendo una ragazza non certamente di campagna non sono più così abituata a sentire odori particolari anziché puzza di smog o sentire i rumori, o per meglio dire il silenzio che si percepisce in queste terre…

Lungo i terrazzamenti ho l’occasione di sentire un odore particolare, molto intenso che mi ricorda qualcosa di cui non sono certa, e spinta dalla mia curiosità chiedo al contadino di che erba si tratti: ‘finocchio selvatico’ mi dice, che ha un odore molto più intenso rispetto a quello cui siamo soliti mangiare sulle nostre tavole.. In realtà l’avevo immaginato, ma non ne ero sicura perché come appunto ho detto precedentemente l’odore è molto più forte e particolare.

E così il contadino mi porta a vedere la quantità di finocchio selvatico presente nella zona in cui ci trovavamo, ne spezza un ramo, me lo dà e così invito tutti gli altri ad odorare questa pianta che sembrerebbe comune ma forse così tanto non lo è dato le espressioni che ognuno di noi faceva nel sentirne l’odore… decido insieme ad una ragazza del mio gruppo di assaggiarlo e così come due bambine curiose lo assaggiamo praticando un’esperienza culinaria certamente diversa dal solito…

 

Aprile 2007

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