Viaggio in Patagonia e Terra del Fuoco

Dopo l’esperienza e il viaggio in Australia, il viaggio in Argentina e in Patagonia ha costituito per me la realizzazione di un altro sogno nel cassetto.

Da anni ho sognato di visitare quegli angoli remoti del Pianeta, quei paesaggi così remoti e selvaggi che molti viaggiatori sognano di vedere ma che in pochi riusciranno a farlo.

Per una geografa come me questo luogo del mondo da un punto di vista geografico ha un enorme fascino, la fine del mondo, al di là del quale c’è solo il Polo Sud, terre sulla quale molti esploratori, escursionisti e geografi e scrittori hanno scritto racconti e libri.

La Patagonia. Terra del Fuoco, Ushuaia, la città alla fine del mondo, il Perito Moreno, luoghi che solo nominandoli richiamano un fascino incredibile.

Quando si pensa alla Patagonia spesso si pensa alla sola Argentina, ma questa area geografica in realtà è divisa tra due stati, l’Argentina appunto ed il vicino Cile, ci sono pareri diversi su quale Patagonia, quella argentina o quella cilena sia più bella. Personalmente sin dall’inizio ho deciso di concentrarmi solo su quella Argentina non avendo molto tempo a disposizione e dato i costi proibitivi di escursioni dall’Argentina nel vicino Cile di cui magari parlerò più avanti.

La Patagonia è l’Argentina e l’Argentina non è la Patagonia.

L’Argentina è una terra di contrasti e di paesaggi, atmosfere e città diverse tra loro.

La parte Nord-Ovest dell’Argentina è ricca di aziende agricole e di cittadine coloniali tra i quali cito le più famose Cordoba, Salta, Mendoza nonché del famoso deserto argentino con un paesaggio più arido.

La parte a Nord-Est a confine con il Brasile è molto più lussureggiante ed è una meta ideale soprattutto per chi non ha mai visto un paesaggio di foresta tropicale e pluviale, qui la natura è fiorente, tutto è di un verde intenso, ci sono farfalle tropicali che svolazzeranno attorno a voi, vedrete uccelli ed animali mai visti prima.

La pampa argentina con le sue pianure infinite (750000 Km²!) dal paesaggio desolante, la Patagonia con le sue vette tra le più famose al mondo, i suoi ambienti estremi e desolati, i suoi deserti stepposi e la Terra del Fuoco, la Terra più a Sud del Mondo, la terra, fonte di leggende, di cui il solo nome affascina le menti più avventurose.

Di fatto l’Argentina ha una posizione geografica che ne determina clima molto diversi tra loro: dal caldo torrido di alcune zone a Nord, a quello più umido di Buenos Aires e della parte Nord-Est, al clima gradevole della Pampa, e quello Sub-Antartico della Patagonia e della Terra del Fuoco.

Ma anche le condizioni sociali sono molto diverse, l’Argentina dei sobborghi di Buenos Aires è caraterizzata da da povertà e degrado, quella della altre parti dell’Argentina è un’economia difficile, di gente per lo più povera che vive una vita semplice ed a volte dura se pensiamo alle condizioni climatiche di alcune zone. In Patagonia invece c’è molto più benessere, i prezzi degli ostelli e del cibo sono molto più alti, qui il turismo è molto presente ma in un modo diverso rispetto alla altre aree. La concorrenza tra un operatore turistico ed un altro quasi non esiste, i prezzi si equivalgono e sono spinti al massimo. Sembra appunto di essere in un altro Paese!

Per quanto riguarda il mio viaggio la prima tappa come la gran parte delle persone è stata Buenos Aires. La capitale, una delle città più affascinanti del Sud America, con i suoi monumenti e palazzi dall’impronta e dalle atmosfere europee, la sua storia, il tango, i caffè, il legame con le origini italiane della quasi totalità della popolazione argentina è un ottimo modo per iniziare il vostro viaggio, quindi è consigliabile fermarsi per un minimo di 4-5 giorni per poterla visitare bene e poterne assaporare l’atmosfera unica. E per chi si lascia alle spalle l’inverno europeo è un sollievo essere accarezzati da questo sole e da questo caldo e dai fiori di amacanda sbocciati che adornano i viali alberati e si contrastano perfettamente al bianco di molti palazzi storici della città.

Il mio quartiere preferito è quello di San Telmo, molto caratteristico, ma tutta la città racchiude un patrimonio artistico-culturale di tutto rispetto e di pregio.

La zona che meno mi è piaciuta è quella di El Caminito, abbastanza lontana dal centro. In molti consigliano di arrivarci tramite bus e presto si capisce il perché. El Caminito è diventato un posto altamente turistico e finto controllato ai limiti dalla polizia. Al di là di queste strade patinate c’è la vita vera, la realtà fatta di degrado e micro-criminalità.

Non perdetevi una visita allo storico Caffè Tortoni per un ottimo caffè ed una medialuna ed una serata nella Cathedral del Tango, locale tipico ed autentico frequentato in gran parte dagli argentini.

Se non sapete quando ritornerete in questa parte di mondo, non perdetevi una visita ad una delle più belle e spettacolari cascate del mondo, le Iguazu Falls, raggiungibili con un viaggio notturno in bus e di cui parlerò nel post (Iguazu Falls-Uomo e Natura).

Sebbene io abbia deciso di andare a vedere, anzi ammirare la maestosità delle cascate più famose al mondo, il mio obiettivo fin dall’inizio ed anche prima del mio viaggio, è stato quello di andare in Patagonia, e molto più a Sud verso la Terra del Fuoco.

In genere da Buenos Aires, ci si reca alla Penisola di Valdes per vedere balene, pinguini, ecc. Io ho saltato questa tappa per diverse ragioni e quindi mi sono diretta da Iguazu a El Calafate, ottima tappa per visitare i dintorni, il famoso El Perito Moreno ed il parco del Chalten.

La mia prima tappa è stata El Calafate, ho deciso di non passare per la penisola di Valdes perché ho preferito concentrare la mia visita in queste terre più a Sud ma soprattutto perché gli animali che avrei visto lì come le balene, avevo avuto la fortuna di vederli mesi prima in Australia e perché avrei potuto vedere i pinguini anche più avanti nel viaggio. I tour che ti offrono i safari non sono molto economici e sono divisi per le categorie di animali, e così c’è il tour per vedere i pinguini, quello per vedere le balene (sempre se ci sono), ecc. Se state viaggiando con un mezzo vostro allora sarà più semplice ed economico ma nel mio caso ho dovuto fare una scelta per poter risparmiare soldi e giorni.

Le distanze in Argentina si faranno sentire e ve ne accorgerete quando inizierete ad organizzare i vostri spostamenti, alcuni facili da fare ma altri molto articolati. La rete dei trasporti è capillare ma non dovete sottovalutare le distanze, e quindi per andare dalla Penisola di Valdes a El Calafate avrei dovuto oltre alle tante ore di bus, cambiare più bus con diverse coincidenze.

Ho deciso di fermarmi quasi una settimana a El Calafate, e di alloggiare in un bellissimo e tranquillo ostello lontano dal centro ma di fronte al Lago Argentino e ad una Riserva Naturale Nimez dove è possibile osservare diversi tipologie di volatili.

Una volta giunti a El Calafate capirete di essere arrivati in quella terra che tanto avete sognato, quando leggerete in cartello di benvenuto nel Parque de los Glaciares, istituito nel 1937 ed uno dei parchi più grandi di tutta l’Argentina la cui parte settentrionale è costituita dal Lago Argentino e il Lago Viedma, mentre la parte meridionale comprende l’area dei ghiacciai più grandi, il Perito Moreno, Upsala e Spegazzini.

Respirerete un’atmosfera ed una aria completamente diversa, con cieli limpidi aria fresca, a volte fredda, ma con giornate bellissime di sole. La cosa più vi colpirà e all’inizio vi destabilizzerà sarà la luce. Immaginate di andare a dormire verso le 21.30, risvegliarvi dopo qualche ora ed accorgervi che fuori c’è ancora tanta luce!

El Calafate è una piccola cittadini in cui le maggiori attività economiche si concentrano sul turismo e sulla vendita di prodotti locali come marmellate di El Calafate, arbusto spinoso il cui frutto assai pregiato perché presente solo qui ha dato il nome alla cittadina.

E’ un paesino molto tranquillo circondato da paesaggi e colori suggestivi, dove potrete organizzare varie attività in loco o fuori. Nella stazione dei treni, è possibile acquistare i biglietti dei bus per spostarvi in zone limitrofe o per viaggi di lunga percorrenza, come di consueto qui in Argentina, troverete diversi sportelli appartenenti a diversi tour operator/compagnie di trasporti e voi non dovrete far altro che scegliere dove andare.

Oppure rimanendo in zona, potrete fare una splendida passeggiata lungo le coste del Lago Argentino (Paseo Kirchner) oppure fare dell escursioni sui ghiacciai, o ancora visitare il museo Glaciarium, un museo del ghiaccio che vi servirà a capire meglio la geografia fisica del ghiacciaio più famoso al mondo, il Perito Moreno. Il museo, dalla struttura moderna, si trova fuori dalla città, ma è prevista una navetta gratuita messa a disposizione dal museo. Nei pressi del museo non c’è nulla, ma solo la natura che vi avvolgerà e stupirà e non è raro da queste parti vedere in lontananza gruppi di cavalli selvaggi correre liberamente nei prati!

Da El Calafate, con un viaggio di circa 3 ore, parte del quale sulla mitica Ruta 40, potrete raggiungere il Parco Nazionale di El Chalten, famoso per le sue vette, tra le quali il noto Fitz Roy e Cerro Torre. Questa località è divenuta capitale nazionale degli scalatori

Prima che il bus vi lasci nel grazioso villaggio montano di El Chaltèn è prevista una tappa nel centro informazioni del Parco, con ingresso gratuito ma con una gestione attenta e rispettosa della natura. Qui, più che in molti altri luoghi si percepisce un sentimento di riconoscenza e di fierezza nei confronti di madre natura, si riconosce l’importanza del turismo ma allo stesso tempo l’importanza di proteggere e rispettare l’ambiente che ci circonda. Tutti i visitatori che non pagano un biglietto di ingresso, hanno il dovere di comportarsi in modo intelligente perché questi luoghi così belli possono diventare facilmente pericolosi, questa natura è estrema così come il suo clima.
Le escursioni in questo parco sono per tutti i livelli di escursionismo, ci sono escursioni più semplici a portata di bambini e di famiglia, ma non per questo meno affascinante, come la “Miradores Los Condores y Las Aguilas” ed altre senz’altro più faticose ed impegnative, come la Laguna de lo Tres.

La gita fuori porta più popolare e più entusiasmante è senz’altro quella verso il Perito Moreno, ricordo ancora l’euforia mia e della mia amica peruviana con il quale stavo viaggiando in quel momento, il nostro sogno era prossimo a realizzarsi!

La formazione di ghiaccio è uno dei 48 ghiacciai alimentati dal Campo de Hielo Sur, facente parte del sistema andino condiviso con il Cile e costituisce la terza riserva al mondo di acqua dolce.

La particolarità del Perito Moreno è che si tratta di un ghiacciaio in movimento ed a causa di questo movimento si registra un avanzamento del ghiaccio di circa 2 metri al giorno!

La cosa migliore per avere un’idea approfondita di questo ghiacciaio è visitare il Perito Moreno sia dall’acqua che via terra. Una volta entrati nel Parco avrete la possibilità di acquistare sul posto un biglietto per salire sul traghetto che vi porterà a due passi dal ghiacciaio. Lo vedrete così stagliarsi dinnanzi a voi in tutta la sua magnificenza e subito verrete abbagliati dal suo colore azzurro. Dopo essere scesi dalla barca (l’escursione dura quasi un’ora) potrete riprendere il bus e dirigervi verso l’ingresso vero e proprio del parco, quello dal quale vedrete l’immagine più famosa e fotografata al mondo di questo ghiacciaio.

Vedere il Perito Moreno è stata una delle esperienze più incredibili ed uniche che io abbia mai fatto, essere in un posto così remoto, così estremo e selvaggio mi ha fatto sentire davvero fortunata.

L’emozione più grande è stata sentire lo scricchiolo del ghiaccio in profondità e vedere il ghiaccio rompersi e cadere a terra. Non mi sarei mai stancata di guardarlo, di ammirarlo e venerarlo in tutto il suo splendore, nel suo colore così azzurro, così magico..

La passerella sul quale il visitatore si trova a camminare è stata fatta molto bene con un basso impatto visivo ed estetico, e ti permette di camminare ben al di là del ghiacciaio per avere una visione d’insieme più completa.

Ancora una volta l’essere circondata da persone che come me si meravigliavano e ascoltavano in silenzio il rumore del ghiaccio è stato significativo.

Ritornate ad Ushuaia, ancora incantate da quello che avevamo visto, ci siamo organizzate per lasciare El Calafate e andare ancora più a Sud, alla fine del Mondo.

Arrivare a Ushuaia via terra è la cosa migliore per sentire la distanza ma per rendersi conto di dove si sta andando, per sentirsi un po’ come quegli esploratori che avevano scoperto queste zone e le stavano attraversando.

Non immaginavo però che per arrivare alla Terra del Fuoco e ad Ushuaia si dovesse passare per il Cile e che avremmo dovuto attraversare lo Stretto di Magellano, e ciò ha reso il viaggio ancora più speciale ed avventuroso.

Ushuaia non mi ha colpito molto per la sua bellezza, ma d’altronde questa località e divenuta famosa per la sua posizione geografica unica al mondo.

Da qui l’ideale è andare a visitare il Parco della Terra del Fuoco, che di per sè non ha paesaggi così particolari ma dove potrete farvi affiggere un timbro sul passaporto nell’ufficio postale più a Sud del Mondo.

Anche qui beneficerete della quiete e della tranquillità della natura e durante le passeggiate vi potrà capitare di ritrovarvi di fronte a cavalli liberi. Spesso quando si viaggia uno degli aspetti più avvincenti ed interessanti sono i cartelli stradali che indicano la presenza di animali tipici della zona oppure luoghi iconici per eccellenza. Nella Bahia Lapataia ad esempio è presente un cartello che indica la fine della Ruta Nacional n.3, la famosa Paramericana che attraverso tutto il continente americano a partire dall’Alaska.

Non è raro sentire parlare da queste parti di Antarctica, i viaggi/crociere nell’Antartico, quei viaggi che ricordano le spedizioni del National Geographic. Nell’ostello in cui alloggiavo a Ushuaia, l’ostello pubblicizzava oltre alle camminate con i pinguini anche questo viaggio delle meraviglie che in pochi di fatto si possono permettere.

Noi ci siamo limitate a fare una navigazione sul Canale di Beagle per vedere i pinguini, e siamo state molto fortunate perché abbiamo anche avvistato un pinguino reale. Questo animale non dovrebbe trovarsi da queste parti ma a causa del riscaldamento globale, quattro esemplari si sono spostati da queste parti. La navigazione su questo famoso e leggendario Canale ci ha dato l’occasione di ammirare il Faro della Fine del Mondo, ma anche di avvistare cormorani e pinguini.

La navigazione è terminata all’Estancia Harberton, luogo molto carino e storico dove in passato si produceva la lana ma che ora è dedito unicamente al turismo. E’ possibile visitare il cimitero, i giardini botanici (in questo luogo il microclima permette la fioritura di molte specie) e potrete visitare il Museo Acatushún de Aved y Mamiferos Australes, un museo molto particolare dove sono raccolte le ossa di importanti mammiferi. In quest’area molti cetacei si arenano e così i ricercatori del museo provvedono a recuperarli, a metterli a bagno per pulirli (non lontano dal museo c’è una piccola casetta dove all’interno sono presenti carcasse che vengono lasciate a mollo nell’acqua diverso tempo per far staccare la pelle dalle ossa).

Un viaggio in queste terre vi lascerà senza fiato perché vi darà modo di esplorare un ambiente magico con la natura allo stato puro, un viaggio indimenticabile che vi farà credere che la magia ed il paradiso esistono.

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