Inno all’India, al viaggiare, alla vita – Viaggio zaino in spalla con bus e treni locali

Esiste un altro posto al mondo che riesca a travolgerti i sensi come l’India? (Marigold Hotel)

L’India ti assale, ti travolge, ti prende per la gola, ti prende in giro, l’unica cosa che non ti permetterà è restarle indifferente”. (Tiziano Terzani)

L’India ti travolge, in tutti i sensi. A volte ti schiaccia, ti stordisce, ti esaurisce con il rumore assordante dei tuk tuk, il caos, i treni ed i pullman affollati, l’assenza totale di regole, il degrado, la povertà che ti da pugni nello stomaco quando meno te lo aspetti.

Ma è incalcolabile quello che ti da ed i tuoi sensi saranno sempre all’erta, sempre in continua ricezione. Perchè in questo caos, c’è anche bellezza, c’è poesia, la bellezza dei colori della frutta, dei fiori, dei vestiti delle donne e delle bambine, gli odori di cibo cucinato per la strada, di fiori o di incenso soprattutto in prossimità dei templi, il suono delle cantilene induiste o di quelle musulmane, i rituali religiosi, le musiche di Bollywood.

In India spesso non c’è spazio per le sfumature, la ricchezza si contrappone all’estrema povertà, senza avvisarti, senza convenevoli. Questo Paese si mostra esattamente per quello che è, anche nei luoghi più turistici non ci sono strade lustrate appositamente per i turisti che si contrappongono poi alla vita vera, senza fronzoli. Naturalmente i siti che si visitano e per il quale si pagano biglietti di ingresso sono tenuti e conservati molto bene, ma le strade che circondano questi luoghi sono pieni di vita vera. Qualche esempio? Il Taj Mahal, che nelle strade adiacenti agli ingressi, è circondato da zone rurali con mucche, capre, e gente povera oppure Hampi, dove anche laddove sono presenti molti strutture ricettive o esercizi commerciali per i turisti, non è raro imbattersi in gruppi di capre, ed animali di ogni genere. Per la serie, questa è l’India, prendere o lasciare.

E così, dopo un primo momento di spaesamento, ecco che accade l’inaspettato, si viene travolti da questo Paese, come un onda che ti travolge inaspettamente mentre la si guarda e si pensa che non è poi così grande.

Sì, l’India travolge tutti i tuoi sensi, se si è pronti e predisposti ad esserne travolti, perchè il migliore modo per viaggiare e per prendere tutto il meglio da un viaggio è aprire le nostre menti ed i nostri cuori ai luoghi che si sta visitando e alle persone che li popolano.

6000 km di viaggio su autobus e treni locali. Un viaggio a bordo di bus e treni spesso stracolmi di gente, bus di cui magari si rompe il vetro frontale nel bel mezzo del nulla, bus rotti ma a volte sorprendemente confortevoli. Treni e bus che percorrono questo enorme Subcontinente in lungo ed in largo, con una capillarità di tutto rispetto e che per quanto mi riguarda solo il modo migliore e più autentico per visitare e vivere questo Paese.

Come si può immaginare, è stato uno dei viaggi più faticosi, avventurosi e più difficili che abbia mai fatto come viaggiatrice ma anche come essere umano perché non si può mai essere pronti a ciò che vedrete, annuserete e sentirete in questo Paese, pieno di persone, contraddizioni, religioni, spiritualità, odori (e anche puzze), colori, ecc.

Ma allo stesso tempo è stato uno dei più sorprendenti ed emozionanti per molte ragioni. Prima di tutto per i viaggiatori incredibili che ho incontrato perché mai come durante questo viaggio è stato così facile incontrare tanti backpackers. Ma è stato davvero interessante incontrare un sacco di viaggiatrici solitarie, pazze e coraggiose come me, ed è stato bella condividere con loro parte del viaggio perché sappiamo che come donne, viaggiare in questo Paese non è facile.

Sono grata di aver conosciuto un sacco di indiani che in più di una occasione hanno cercato di aiutarmi anche se non parlavano inglese, uomini, ma anche donne che mi guardavano a volte come una persona pazza, ma la maggior parte delle volte come un’eroina. Ed è stato sorprendente incontrare donne indiane che vivono contro le regole e stanno combattendo contro la discriminazione di genere!

Il mondo non è un luogo pericoloso e cattivo, come molte persone ci avrebbero creduto. E, soprattutto, è pieno di gente meravigliosa e di bellezza!

Il mio viaggio in India tra Rajasthan, Agra, Delhi, Varanasi e Kerala

Il Rajasthan è forse la parte più turistica dell’India, ma di certo rappresenta l’india che si è sognati ed immaginati, l’India delle mille e una notte, i palazzi di maraja, gli elefanti, i cammelli, l’artigianto, i colori e le musiche che richiamano ad un tempo passato ma pur sempre vivo nella vita de rajasthani.

In Rajastan ho trascorso la maggior parte del mio periodo indiano, essendomi fermata per diverso tempo a Jaisalmer dove ho lavorato presso Mystic Jaisalmer Hotel and Mystic Derwish Hostel . Qui ho superato le mie paure e sono entrata in contatto con un’India autentica, perchè in questa città del deserto, nonostante i suoi siti di interesse, si respira ancora un’atmosfera autentica, di vita vera (leggi l’articolo “Jaisalmer, la città del deserto“).

Quasi tutte le città del Rajastan hanno dei forti, e così anche nella vicina Jodhpur potrete ammirarne uno, molto più grande ma allo stesso tempo ad uso esclusivamente turistico. A differenza di quello di Jaisalmer, il forte di Jodhpur è aperto e visitabile solo pagando un biglietto di ingresso ed non è abitato.

Dal forte si può godere anche di una vista suggestiva sulla città, la città blu, così chiamata per il colore delle sue case blu. E’ tra le strade di questa città che Steve Mc Curry, famoso fotografo del National Geographic ha scattato alcune delle sue famose fotografie.

Udaipur è senz’altro una delle città che più mi ha colpito, e di cui mi sono innamorata. La città è famosa per le sue atmsofere un po’ europee dovute alla presa di corsi d’acqua e di laghi al quale si affacciano palazzi storici. Per questa ragione, come spesso accade, è stata definita la Venezia d’India. Paragone come sempre azzardato poichè si tratta di due città non paragonabili.

Udaipur però resta una città romantica, che però non fa dimenticare al viaggiatore dove ci si trova, l’India anche qui è ovunque ma in un modo completamente diverso da altre città.

Il mio consiglio è di soggiornare in un palazzo vicino al lago che da la possibilità di godersi la vista sulla città da un terrazzo.

In città infatti sono molte le strutture ricettive ed i ristoranti che offrono una vista panoramica. Io ho aloggiato presso il Zostel Udaipur, meraviglioso!

Oltre alla visita della città bassa si possono fare delle escursioni sulle colline adiacenti ad essa così da poter vedere la città dall’alto in tutto il suo splendore.

Una cittadina dove potrete invece entrare in contatto con l’induismo è Pushkar, situata tra campi verdeggianti, questa città colpisce per il silenzio e la pace, dove è possibile camminare per strade circondate da campi, da coltivatori dove ovviamente incontrete mucche, ma anche scimmie.

Il fulcro vitale dei questa città santa, importantissima per gli induisti, è accanto al lago dove si svolgono rituali e dove è possibile osservare le donne immergersi e svestirsi in parte dai loro colorati sari per lavarsi.

A Pushkar si respira un’aria magica intrisa si spiritualità, ed è meraviglioso fermarsi semplicemente per godere di tutto questo. Il lago azzurro con le case colorate che si rispecchiano in esso, i suoni e i rituali induisti antichissimi, gli alberi decorati con fasce colorate che sventolano, il tutto dona un senso di pace e di serenità.

Se si sta viaggiando in questa parte d’India, non potete perdervi una visita del Taj Mahal, ad Agra.

Questo sito patrimonio dell’umanità, acclamato e amato dai visitatori di tutto il mondo non vi deluderà. Anche se purtroppo è spesso frequentato da turisti mordi e fuggi, che si recano ad Agra per una manciata di ore solo ed unicamente per visitare il mausoleo.

Il consiglio è quello di fermarsi un paio di giorni, così avrete modo di pranzare in un ristorante vista Taj Mahal, vedere il mausoleo al tramonto magari a bordo di una barca, e il mattino all’alba.

In più, se rimarrete ad Agra un paio di giorni, potrete camminare tra le strade della città ed entrare in contatto con le popolazioni locali, che vi accoglieranno con un sorriso stupiti che vi troviate in un posto non frequentato da turisti.

Ad un viaggio in India, non può mancare una visita alla città di Benares, meglio conosciuta come Varanasi

E’ riduttivo definirla una città, ma di fatto è uno degli insediamenti abitativi più antichi del mondo. Qui vita e morte sono poste sullo stesso livello, coesistono.

Noi siamo spesso abituati ad allontanare il pensiero della morte, a non parlarne perchè ci spaventa. Ma qui, vita e morte si mostrano in tutta la loro natura. Per gli induisti essere cremati sulle rive del Ganga è la cosa più bella che possano desiderare. Persone provenienti da ogni parte dell’India si recano qui per cremare i propri cari. E’ possibile assistere alle cremazioni, sia da terra ma anche dall’acqua da una delle tante barche che attraversano in lungo e in largo il Gange, i ghat bruciano corpi 24 ore su 24, ma è bene sapere che è severamente vietato filmare o fotografare in questi luoghi pena multe o prigione.

Ma il Gange e Varanasi non rappresentano solo la morte, ma anche la vita, e con la vita, seguendo i cardini del credo induista, un aspetto importante è costituito dal karma.

Il Gange è meta di pellegrinaggio da milioni di anni, qui, nelle sue torbide acque, i fedeli, ed ora anche alcuni occidentali, si immergono nelle proprie acque per purificarsi, per purificare il proprio karma, per auspicio di vita migliore e felice.

Per chi, non intenda immergersi nelle acque di questo fiume, o meglio per i non induisti, per i visitatori, che comunque credono nel karma o in questi gesti/rituali spirituali, si ha la possibilità di acquistare delle candele contornate di fiori che si accenderanno e poseranno in acqua a proprio piacimento. Io ho deciso di accenderle all’ora del tramonto, e la visione di queste candele con fiori nell’acqua, le barche, le cantilene, il tutto ha donato al luogo un’atmosfera magica quasi surreale.

Benares non è solo il Gange, ed camminando tra le stradine adiacenti sarà possibile visitare templi fermarsi in luoghi di ritiro con santoni di ogni tipo.

Varanasi resta uno uno dei luoghi più spirituali che abbia mai visto, penso sia impossibile restare indifferenti ad un luogo del genere. Mark Twain said:

“Benares è più antica della storia stessa, della tradizionedella leggendae sembra almeno due volte più vecchia di tutte queste cose messe insieme

Raggiungere Khajuraho con i treni/pullman non è così semplice soprattutto se si perde l’unico treno diretto per la cittadina dei s

ex temples e non si hanno molte altre opzioni tra cui scegliere (leggere post l’India sui mezzi pubblici).

Khajuraho è diventata famosa per i templi del Kamasutra, templi immersi nel verde, in prati e giardini all’inglese, dove sono scolpite scene di sesso molto esplicite, ma in realtà questi templi rappresentano solo il 10% dei altri templi presenti dove sono rappresentate scene di vita quotidiana.

Quando ho immaginato il mio viaggio in India, il Kerala ha rapprensentato una delle destinazioni da non perdere. Spiagge tropicali immense, le backwaters e naturalmente le piantagioni di thè. Questa parte d’India non vi deluderà, e arrivare qui dopo la caoticità ed il caos del Rajastan, di Agra e Varanasi è stato come un tuffo nella pace e nella tranquillità, in una parola sola, relax.

Il viaggio qui vi sembrerà acquisire dei ritmi completamente diversi, molto più lenti ed è incredibile la differenza rispetto all’India visitata e vissuta prima. Ricordo ancora l’arrivo a Trivandrum, è stato come arrivare in un altro Paese, con persone più gentili e meno assillanti, compresi i tuk tuk che non ti inseguono o che non suonano il clacson continuamente, mendicanza e immondizia quasi assente. Un luogo molto più tranquillo, che per la vegetazione e l’atmosfera ricorda molto il Sud-Est Asiatico. In questa parte dell’India, la qualità della vita è molto alta come il livello di istruzione è molto alto ed il tasso di analfabetizzazione è basso.

In questa parte di India, le donne date le temperature più calde e tropicali, indossano dei sari e delle kurte molto più leggere dallo stile differente rispetto a quello del Nord e del Rajastan.

L’unica nota meno positiva è dovuta alle accomodation, se nel Nord, è molto facile trovare ostelli, ce ne sono di tutti i tipi e per tutte le tasche perchè meta da anni di molti backpackers, nel sud meta più di vacanzieri e meno di backpackers, non ci sono ostelli, ma se si vogliono trovare opzioni più economiche dove conoscere persone, è possibile alloggiare in guesthouse oppure in ashram.

Arrivata in Kerala, convinta da una ragazza greca al quale avevo chiesto delle informazioni, mi sono ritrovata ad un evento di Amma, una santona diventata famosa per i suoi abbracci. E così ho partecipato a questo grande evento frequentato da seguaci e fan, tutti rigorosamente vestiti in bianco, il colore della purezza.

Il mio primo obiettivo in Kerala era riposarmi e rilassarmi in una spiaggia tropicale e grazie al consiglio di un’insegnante di yoga conosciuta mesi prima a Jaisalmer, mi sono diretta a Varkala. Il cliff di Varcala purtroppo è disseminato da ristoranti e negozi turistici che ben poco hanno a che fare con la cultura del luogo. Ma per fortuna è sufficiente camminare verso l’interno per trovare piccoli market, oppure piccoli ristorantini a conduzione familiare. Spiaggia immensa, pescatori, barche tipiche, silenzio, quiete e meravigliosi tramonti, tutto questo è Black Beach, a soli 20 minuti a piedi dal North Cliff.

Kerala è sinonimo di backwaters, canali di acqua circondati da ricca e fitta vegetazione attraversati dalle imbarcazioni tipiche in legno, oppure da semplici traghetti per turisti o barche di pescatori.

Attraversare le backwaters è una delle cose più rilassanti che possiate fare, nonchè il mezzo di trasporto migliore che possiate trovare per raggiungere una destinazione sulla costa.

Il percorso più frequentato è quello di Amritapuri-Allepey ma anche quello tra Kollam-Amritapuri è molto suggestivo.

Il Kerala è famoso anche per la medicina e i trattamenti ayurvedici e vale davvero la pena provare un massaggio totale del corpo o la Shirodhara, una forma di terapia Ayurveda che prevede la versatura di olii caldi a base di erbe calde sulla testa. Shirodhara coinvolge anche un massaggio alla testa ma può cominciare con un massaggio completo del corpo conosciuto come Abhyangam.

Se si è interessati allo yoga ed alla meditazione nonchè a provare un’esperienza di soggiorno in un ashram, allora l’ashram di Amma è quello che fa per voi, con 250 rupie al giorno, avrete un posto letto in una camera da quattro, e tre pasti inclusi; in più potrete partecipare ad attività di volontariato oppure a seminari gratuiti. Ogni sera, verso l’ora del tramonto, molte persone si recano in spiaggia per meditare, praticare yoga oppure cantare e suonare.

Prima di recarsi a Munnar non perdetevi Kochi, una città di pescatori che racchiude in sè uno spirito europeo, stradine piccole con negozietti, chiese in pietra bianca, e manifesti propagandistici del comunismo cubano e quindi di Che Guevara.

Munnar è una tappa obbligata, se si sta viaggiando in Kerala, ma solo per poter camminare e vedere le piantagioni di thè. Ho trovato la città di Munnar molto caotica e piena di traffico nonostante le dimensioni ridotte e la sua posizione che lascia pensare ad luogo tranquillo. Putroppo qui il turismo ha dato il peggio di sè.

Per andare a visitare le piantagioni potrete rivolgervi ad agenzie oppure all’albergo nel quale aloggerete. Se siete degli abili escursionisti e sapete leggere bene le cartine geografiche potrete provare a non affidarvi a nessuna guida e camminare in autonomia.

L’escursione non vi deluderà, vi troverete a camminare tra piantagioni di thè, alberi da frutto, e spezie.

Da Munnar mi sono diretta a Mysore raggiunta con un viaggio in pullman di 14 ore. La cosa più interessante che possiate fare a Mysore è perdervi nei suoi mercati, coloratissimi, pieni di vita, di frutta, di verdura, di spezie, di incensi, di profumi. Sarà un piacere osservare attimi di vita vera dove per fortuna non ci sono molti turisti.

Da Mysore con un viaggio in treno di circa 13 ore, mi sono diretta ad Hampi, un sito patrimonio dell’Unesco pieno di templi, montagne, rocce.

Se state cercando uno degli ultimi rifugi hippy d’India, allora recatevi a Gokarna luogo pieno di energia, dove troverete molte persone ritiratisi qui per condurre una vita di semplicità, persone che praticano yoga, meditazione, cantano e suonano sulla spiaggia. Sono diversi i templi che si possono trovare da queste parti, alcuni sulla cima di montagne quasi mai frequentati.

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