Le cose che mi mancano

Sono ormai passati due mesi dalla mia partenza dall’Italia ed anche nei momenti difficili non mi sono mai pentita della scelta presa e sto molto bene, ma sono tre le cose che mi mancano: il cibo, le persone e la cultura. Anche se può sembrare brutto metto il cibo al primo posto perché ci si rapporta ad esso diverse volte lungo una giornata.

La cucina per noi italiani resta un patrimonio molte forte e quando si viaggia per quanto tu possa apprezzare ed amare la cucina del luogo visitato, questo è uno delle mancanze di cui si sentirà il peso. Non si tratta solo di pasta o di pizza, ma di una varietà infinita di piatti, ma per esempio del pane che in Italia è così scontato ma all’estero così non è, di odori, di profumi e di sapori di una cucina unica al mondo.
Perchè per quanto tu possa andare al supermercato e comprare gli ingredienti per cucinare qualcosa di italiano non sarà mai la stessa cosa e inizi a pensare a come sarebbe bello mangiare la lasagna o la pasta al forno della tua mamma.

Mettendo da parte l’argomento cibo, mi mancano esattamente le cose e le persone che ero sicura mi sarebbero mancate.
Nell’epoca di internet e dei social network è facile potersi sentire o vedere con i proprio cari ma la distanza non solo geografica con l’Europa e l’Italia si fa comunque sentire molto, è molto difficile conciliare i tuoi impegni con quelli della persona a cui vuoi telefonare dovendo considerare il fuso orario. Ancora oggi mi capita di avere voglia di sfogarmi con qualcuno e quindi di fare una telefonata per poi accorgermi che in Italia è notte o mattina presto e che quindi non è possibile. E comunque ci si renderà presto conto che inevitabilmente si perderanno degli eventi importanti a cui tieni.

Terzo aspetto è la cultura, la storia, i monumenti.
Sydney ha molto bei luoghi da visitare e dove passare il tempo e ritengo sia una bella città, ma penso che non ci sia comunque paragone con altre città europee.
Non ci sono piazze dove poter camminare e anche se c’è qualche monumento non è poi così significativo e costituisce una minima parte dell’enorme città che senz’altro è caratterizzata da grattecieli e da uno skyline futuristico. Stessa cosa per gli eventi culturali quasi del tutto assenti se non presso l’opera house e nei musei che hanno collezioni permanenti e non.
Insomma ho l’impressione, e naturalmente è un’opinione del tutto personale, che al di là della bellezza estetica sia una città senz’anima, una città che non commuove, non ti emoziona più di tanto. E per me è da ricondurre alla mancanza di storia considerando che si sta parlando di un Paese relativamente giovane (Perché aprire questo museo?).
Sapevo già che questo non era un luogo adatto a me, certo si vive bene e la cosa bella è avere tanti spazi verdi ed un mare a due passi dalla città, ma non è nelle mie corde vivere in un Paese del genere. D’altronde sono partita per mettermi alla prova, per visitare uno dei paesi più lontani del mondo e per migliorare il mio inglese.
Penso che un viaggiatore decida di andare in Australia non per il suo popolo o la sua cultura quanto per i paesaggi e la fauna unica al mondo.

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