La magia di Cuba

Tra le strade di Trinidad

Il mio ritorno dal viaggio a Cuba è stato molto scioccante. Spesso quando ritorno a casa cado nella classica depressione post-viaggio, ma questa volta si è trattato di qualcosa di diverso.
In qualche modo mi sono sentita cambiata da questo viaggio, da questo paese e dalla sua gente e capisco come mai Hemingway decise che quest’isola sarebbe stata la sua seconda casa.
C’è qualcosa in quest’isola difficile da descrivere a parole, un’isola che nonostante le difficoltà che ha vissuto e vive tuttora è magica. Sì, penso che “magica” sia il termine più corretto e più evocativo per questo gioiello del Mar dei Caraibi.
In tanti mi dicevano di vedere Cuba prima che le cose potessero cambiare, e da diverso tempo scalpitavo per andarci, per poter vedere quell’isola che ha affascinato tutti quelli che ci sono stati.
Pensavo fossero frasi buttate lì così, ed invece mai come ora riconosco quanto fosse vero e mi dispiace tantissimo non esserci stata prima.

Se si pensa a Cuba solo per il sole e per il mare si incorrerà in un grave errore. Cuba è sì un’isola circondata da acque cristalline e da spiagge paradisiache, è il Paese del Ron (rum), del Son (suono cubano), e dei Cohiba (il più famoso sigaro cubano), ma è soprattutto un luogo che trasuda ovunque della storia della rivoluzione, con un patrimonio architettonico altissimo, un Paese che pone al visitatore tante domande a cui dare risposte è molto difficile, un Paese dalle atmosfere decadenti, un Paese che colpisce l’animo.

E’ un’isola sospesa nel tempo, ed è un paradosso che proprio l’embargo statunitense causa di molte restrizioni abbia costituito allo stesso tempo la chiave del successo dell’isola.

Immaginatevi di camminare sotto il sole per le strade di una città, di osservare i palazzi, le case coloniali, le auto d’epoca o semplicemente di vedere correre i bambini a piedi nudi o gli anziani giocare a scacchi o a domino per le strade. Poi, ad un certo punto i vostri sensi verranno catturati da alcune note, magari di Comandante Che Guevara, di Guantanamera, di una canzone dei Buena Vista Social Club o semplicemente di salsa.

Ecco, proprio in quel momento vi chiederete se state vivendo la realtà o siete in un sogno.
Per visitare l’isola a mio parere occorrono almeno tre settimane, è un’isola da vivere con lentezza e che ha molti luoghi di interesse. Se però non vi è possibile fermarvi così tanto allora è il caso di decidere quale parte dell’isola scartare. Questo perché cerco sempre di evitare gli spostamenti con voli interni se non strettamente necessario, perché per me il viaggio dev’essere “on the road”.

COSA NON PERDERE:

Las Terrazas è comunità rurale di sviluppo sostenibile, ha una superficie di 5000 ettari e una popolazione di circa 1000 abitanti. Il progetto comunitario è iniziato nel 1971 con l’obiettivo di collegare comunità rurali con il loro ambiente. La regione aveva subito pesanti deforestazioni fin dal periodo coloniale grazie alle vicine miniere di rami, al taglio del legname indiscriminato e alle piantagioni di caffè, lasciando l’area come un vero e proprio paesaggio arido e povero. Il progetto dal 71 ad oggi ha ripopolato e ridato vita ad una delle zone più verdi ed affascinanti di Cuba.

Camminate tra botteghe di artigianato e ad un “cafetal” antica fattorua costruita dai coloni francesi nel XVIII sec. per la coltivazione del caffè.

Non perdetevi la degustazione dello squisito caffè cubano nella casa di Maria, uno dei caffè più buoni mai assaggiati. Se siete fortunati potrete anche conoscere di persona la signora Maria, che vi saluterà con un grande sorriso.

Tra le perle del Paese ci sono Vinales e la sua valle.
Vinales è una piccola cittadina che si estende attorno alle via principale. Ha un piccolo centro con una piazzetta ed un centro culturale che come molti qui a Cuba danno la possibilità di imparare la salsa cubana. Ci sono alcuni negozietti di alimentari e souvenir ed il pomeriggio ci sono delle bancarelle di prodotti artigianali, come si può facilmente intuire il leit motiv dei prodotti e souvenir riportano alla Revolucion, alle macchine d’epoca ai sigari e alle immagini tipiche formato turista esportate in tutto il mondo.

Il consiglio è di passare almeno una notte nella cittadina, meglio ancora due, e, anche se non siete degli amanti di balli latini, di non perdersi i balli serali organizzati in un locale della piazzetta, ingresso 1 cuc! Non dimenticatevi che ballare la salsa è il passatempo preferito dei cubani. Qui i bambini crescono con latte e salsa e sin da piccoli imparano a ballare. La salsa e il ballo è nel loro DNA quindi se volete immergervi nella folklore e nella cultura locale è un’ottima occasione.

La cosa più interessante da fare nei pressi di Vinales, è visitare la sua valle caratterizzata dalla presenza dei mogotes, delle colline dalla singolare forma di panettoni, che sono apparsi dopo il crollo di grotte scavate dall’acqua e quindi creati da una lenta e progressiva erosione. Di origine calcarica, sono il frutto di un fenomeno geologico che ha creato un paesaggio eccezionale intorno a Viñales. Alti da 140 a 400 metri, i mogotes sono coperti da una lussureggiante vegetazione.

La Valle inoltre ospita numerose piantagioni di tabacco la cui coltivazione avviene da novembre a maggio e successivamente, da febbraio a luglio le foglie di tabacco vengono raccolte e messe seccare.
Nella valle, dichiarata patrimonio dell’Unesco, al fine di mantenere intatto il paesaggio e non alterarlo, i campi sono lavorati con l’aiuto di carri trainati da buoi e dopo la raccolta del tabacco vengono riseminati con mais o manioca. Interessante e pittoresco, vedere la lavorazione delle foglie di tabacco e soprattutto assaporare un sigaro artigianale.

E’ consigliabile fare un escursione a cavallo nella valle e tra le case dei campesinos; per farlo vi basterà rivolgervi alle persone in loco che vi proporranno diversi itinerari di durate ovviamente diverse. Se siete nel periodo estivo tenete presente che quasi ogni giorno verso il pomeriggio ci sono gli acquazzoni tropicali che a volte possono anche tramutarsi in temporale. Considerate questo fattore per l’organizzazione dell’escursione a meno che non vogliate trovarvi a cavallo nel bel mezzo di un temporale e mezzi fradici chiedere ospitalità ad una famiglia di campesinos, opzione quest’ultima comunque molto affascinante.
Da non perdere l’escursione nella grotta di Sant Thomas, possibilmente scegliendo il tragitto più lungo anche se il più faticoso perché avrete la possibilità di camminare in una delle grotte più interessanti dal punto di vista speleologico al mondo.

La Cueva de Santo Tomás è il più grande e importante sistema di grotte di Cuba e presenta una estensione di oltre 46 km. Per poter visitare la grotta dovrete affidarvi ad una guida esperta del luogo e munirvi di una torcia frontale.

Cienfuegos, anche conosciuta come La Perla del Sud per la sua splendida architettura che rivela lo splendore culturale e l’influenza della dominazione francese. Il centro storico di Cienfuegos è stato inserito nel 2005 nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO per il suo valore storico e culturale. Esso contiene sei edifici risalenti alla prima metà del XIX secolo, 327 alla seconda metà e 1188 risalenti al XX secolo. È il luogo caraibico con il più alto numero di edifici neoclassici.
Camminando tra le strade di questa cittadina si respira un’aria marcatamente francese e bohemienne e non è raro ascoltare tra le strade musica jazz

Trinidad
Città cubana di 75000 abitanti della provincia centrale di Sancti Spíritus che insieme alla vicina Valle de los Ingenios è un sito indicato come Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO fin dal 1988.
Costituita da strade ciottolate e da case coloniali colorate e per l’assenza di macchine sostuite da carrozze, è una delle città meglio conservate di tutti i Caraibi, dall’epoca nella quale lo zucchero era il principale commercio in questi luoghi. Sono proprio i resti di quel periodo coloniale e schiavista, nel quale fiorì Trinidad, ad essere la principale attrazione dei visitatori e il motivo stesso del prestigioso riconoscimento che l’UNESCO ha conferito alla città e a tutta l’area circostante più direttamente interessata alla coltivazione della canna da zucchero (la Valle de los Ingenios). Oggi la voce principale dell’economia di questi luoghi è costituita dalla lavorazione del tabacco. Sebbene la parte più vecchia della città sia quella meglio preservata e quindi sia oggetto di visite turistiche da parte di molti tour non perdetevi un giro al di fuori della parte più turistica che sebbene in stato di semi-abbandono renderà la vostra visita più autentica e meno patinata e avrete così modo di osservare ed prendere parte alla vita reale dei locali.

Se passeggiando per Trinidad siete assaliti dalla calura estiva e volete fare una pausa rinfrescante, potete dirigervi verso la “Canchánchara”, famoso locale che ha dato il nome ad un gustosissimo drink a base di miele y aguardiente da sorseggiare in una ciotolina di coccio. L’atmosfera che si respira in questo luogo è molto suggestiva poichè ci si ritrova a gustare questo cocktail mentre si ascolta musica cubana dal vivo e dove accanto c’è un Vaguero con il suo banchetto a produrre i suoi sigari profumati.

Arrivata la sera non perdetevi assolutamente una serata lungo la scalinata di Plaza Major, che da luogo molto tranquillo durante il giorno si trasforma in un luogo dove la salsa la fa da padrona. Avrete due opzioni, la prima è quella di prendere posto sugli scalini o sulle sedie ed osservare i balli sorseggiando un bicchiere di rum e fumando un sigaro, oppure potrete lanciarvi sulla pista e farvi trascinare dalla musica e dai cubani che si presteranno molto volentieri ad insegnarvi qualche passo.

Lasciata la fantastica Trinidad e proseguendo verso Sud-Est, ci dirigiamo alla volta di Santiago, luogo storico molto importante per la rivoluzione. Se pensate di visitare il Paese nel periodo estivo preparatevi al peggio, da giorni l’autista del nostro pulmino, originario di questa città, continuava a ripetere: Santiago, la ciudad caliente”. Non immaginavo fosse così calda, invece, non lo dimenticherò mai, ad ora di pranzo la temperatura ha toccato i 42°!

Santiago è la seconda città più popolata di Cuba ed una delle più antiche ed è stata in passato anche la capitale del Paese.

Tra i luoghi di interesse da visitare nella città, ci sono il castello “San Pedro de la Roca del Morro“, il Cementerio de Santa Ifigenia e la Casa de la Trova, dove una volta entrati verrete subito travolti da un’atmosfera cubana autentica.

E’ incredibile come in questa parte del Paese si senta l’influenza della Giamaica, i cubani infatti hanno il colore della pelle più scuro e in molti portano i rasta. Anche l’approccio è molto più diretto e caliente soprattutto durante i balli.

La sorpresa più bella di questa città è stato camminare per la strada ed ad un certo punto ritrovarsi in una piazza piena di cubani e di turisti che ballano la salsa, in quel momento hai davanti a te proprio l’immagine di Cuba che ti aspettesti e ti chiedo se sei in un film o è proprio la realtà, incredibile!

E finalmente La Habana.

L’Avana è stata una grande scoperta, non avevo un’idea precisa di come dovesse essere la città, ma non so perchè me l’ero immaginata degradata e caotica. Ah, quanto mi sbagliavo. Certo, la parte dell’Habana Central è caratterizzata da vicoli e palazzi malconci, ma non si ha mai la sensazione di un luogo degradato, ma bensì decadente.

Quello che non mi aspettavo era l’Habana Vieja, un vero gioiello artistico, architettonico e storico dei Caraibi.
Camminare per le strade dell’Habana Vieja con i suoi palazzi restaurati e le sue piazze è un incanto per gli occhi e per lo spirito.

Ricordo ancora quando camminando per le vie della città sbucando nella piazza de la Catedral, l’emozione ha preso il soppravvento. Sembra di vedere una piazza del Sud della Spagna o del Sud Italia, in particolare del Salento con il suo stile barocco di pietra bianca, magnifica.

E’ incredibile osservare un patrimonio simile a due passi da spiagge paradisiache. Questo è uno degli aspetti più belli dell’isola, città coloniali pieni di storia e cultura in ogni angolo a due passi dalle spiagge caraibiche.

L’Avana vecchia mantiene una ricca collezione di edifici in stile coloniale spagnolo ed è stata dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Nel centro storico della capitale cubana, hanno restaurato le vecchie piazze coloniali che sono ritornate bellissime. Nel vedere queste piazze così belle i pensieri iniziano a girare da soli e così ci si ferma a pensare a come dovesse essere la città prima nel pieno del proprio splendore architettonico.

Tra le piazze più belle da vedere ricordo: Plaza de Armas (Piazza delle Armi), caratterizzata da bancarelle di libri ed oggetti antichi; Plaza de San Francisco (Piazza di San Francesco), molto ampia e suggestiva trovandosi di fronte alla statua di San Francesco d’Assisi e la chiesa; ma quella che sa mio avviso è la più bella è la Plaza de la Catedral (Piazza dell Cattedrale), questa piazza è senz’altro la cosa più bella che tu possa vedere nella città.

Nel passeggiare tra le vie e tra le piazze non mancate una sosta presso la Bodeguita del Medio, locale storicamente frequentato da Ernest Hemingway.

Il centro Avana è il proseguimento naturale dell’Avana Vieja, qui si trovano locali di interesse oltre al Paseo del Prado (Viale centrale della città), il Capitolio Nacional (la sede del Paralemento prima della rivoluzione), il teatro dell’Opera, l’Hotel Inglaterra, l’Edificio Bacardi e procedendo verso la Habana Vieja, il Museo de la Revolucion. Fuori dal museo ben visibili.

All’incrocio tra Calle Obispo e Calle Monserrate non perdetevi una sosta presso El Floridita, lo storico ristorante di pesce e cocktail bar dell’Avana vecchia, celebre per essere stato uno dei preferiti di Ernest Hemingway.

Perché come diceva il famoso scrittore: “Un mohito a la bodeguita, un daiquiri al floridita”

Uscendo dal centro storico andate presso il Malecón, il viale che corre lungo la costa nors de L’Avana, collega i quartieri dell’Avana Vecchia, del Centro Avana, il Vedado e Miramar. Sul lungo mare si trovano sempre un gran numero di cubani che amano passeggiare o correre o semplicemente osservare le onde del mare infrangersi lungo il muretto, ma in questa zona della città è possibile ed consigliabile visitare l’Hotel Nacional de Cuba, hotel storico di lusso situato sul Malecon nel mezzo del Vedado, L’Avana, Cuba. Si erge sulla collina Taganana a pochi metri dal mare, e offre una vista di Havana porto, il lungomare e la città.
Dopo anni di abbandono a causa della scomparsa del turismo dopo la rivoluzione, l’hotel è stato utilizzato principalmente per ospitare in visita diplomatici e funzionari governativi stranieri. Il crollo dell’Unione Sovietica ha costretto il partito comunista cubano, in ansia per le riserve in valuta estera, di riaprire Cuba ai turisti. Nonostante il suo restauro nel corso del 1990, l’hotel non ha più lo status e l’impatto che ha fatto una volta, ma il suo splendore e la storia sono rappresentano il passato tangibile di Cuba.

Durante il mio viaggio sull’isola ho sentito varie opinioni sul fatto che i locals e l’isola sono arretrati. E’ vero, non poter accedere ad internet quando tutto il mondo lo fa è di certo una limitazione, la burocrazia, le lunghe code non sono di certo facili da affrontare nella vita di tutti i giorni, ma se pensiamo che la gente si incontra ancora per le strade e le piazze e che non è vittima del consumismo e della tecnologia, chi è davvero in difetto?
Sarà che io sono un soggetto particolare, ma onestamente per me non essere bombardata da prodotti statunitensi e cartelloni pubblicitari, e non vedere attorno persone alienate dai propri smartphone, ecco per me è stata come una purificazione dell’anima.
Spesso molti viaggiatori occidentali/ricchi quando visitano Paesi poveri parlano di arretratezza e di sviluppo. Ma qual’è il vero sviluppo? E, dev’esserci davvero uno sviluppo o una crescita?
Io sono per la qualità della vita, per il vivere felici. E credo che la felicità possa esserci anche senza possedere tanti beni materiali e che si trovi facendo le cose più semplici.

Non so quale futuro avrà Cuba e spero che certe cose non cambino mai. Non potrei immaginare una Cuba senza i suoi palazzi coloniali decadenti, le macchine anni ’60, le case particular gestiti dalle donne, i bambini che giocano per le strade con giocattoli in legno, i vecchietti che giocano a domino agli angoli delle strade, la gente che canta e balla a ritmo di salsa. Un Paese non invaso dalla globalizzazione, dai prodotti americani ed i loro cartelloni pubblicitari. Un Paese non ancora alienato dalla tecnologia dove sono più importanti le relazioni personali piuttosto che i Like di un social network, e dove soprattutto non ci si incontra in un centro commerciale ma in una piazza della città.
Visitare Cuba è come fare un viaggio indietro nel tempo. E’ come se il tempo si fosse fermato ad un’epoca passata ed è questo senz’altro la cosa più magica, insieme alla sua gente, popolo cordiale, solare ed accogliente.

Agosto 2014

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