Sri Lanka – Tra buddismo, foreste e spiagge tropicali cercando di sfuggire ai turisti

UN PAESE FACILE DA VISITARE

Sono bastati pochi giorni per avermi dato l’idea che questo Paese rispetto alla vicina India è facilissimo da visitare… è facile spostarsi all’interno del Paese, le stazioni dei bus non sono affollate ed i ritmi sono senza dubbio più rilassati. Si ha l’idea di viaggiare a ritmo lento, rilassato, ma badate bene, questo non significa che le avventure non siano sempre dietro l’angolo, come anche gli imprevisti, anche qui come in qualunque parte del mondo, ci sono avventure, ma anche disavventure, e sono proprio queste ultime che a volte ti portano a conoscere in modo più autentico un Paese e la sua gente.

Ho potuto constatare come la gente del luogo, i cingalesi, siano un popolo curioso e gentile, pronto ad aiutare lo straniero. Un popolo che nonostante le sofferenze del passato, che lo ha allontanato dalle scene del turismo mondiale per molti anni a causa di lotte sanguinose citate anche nel libro “In Asia” di Tiziano Terzani, si è aperto alle porte del mondo.

Un’isola verde e lussureggiante, dove il buddismo è molto presente. E’ incredibile come nonostante la dimensione di quest’isola essa racchiuda tantissime meraviglie… Siti buddisti, luoghi spirituali e significativi come l’albero dove si dice Buddha abbia ricevuto l’illuminazione, entroterra rigoglioso e generoso, spiagge tropicali, città coloniali, buona cucina.

Dal sito di Mihintale a Nord, che ospita la più vecchia stupa dello Sri Lanka e che offre panorami mozzafiato, a Sigirya ed alle zone limitrofe fino a Polonnaruwa; ai Nine Arch Bridges, un ponte viadotto, uno dei migliori esempi di costruzione di ferrovie di epoca coloniale nel paese. E poi il “Piccolo Monte di Adamo“, dalla cui cima si possono ammirare panorami mozzafiato, senz’altro uno dei miei luoghi preferiti alla bella cittadina coloniale di Galle. Le aree interne e rurali di questo Paese sono a dir poco meravigliose ed il colore del verde brilla così come fa il suo sole splendente.

Molti turisti si recano in Sri Lanka soprattutto per le sue spiagge tropicali, ma è bene sapere che la costa sud occidentale è quella dove, seppure ci siano cercando bene delle spiagge tranquille senza tanti comfort, si trovano delle spiagge orientate al turismo ed ai turisti dove ci sono alberghi e ristoranti. Sembra che la cost est sia invece invece meno sviluppata dal punto di vista turistico, però è soggetta a piogge monsoniche quando nel Nord e ad Ovest c’è un clima perfetto.

Vi sembrerà già di aver intuito che a mio parere, l’unica pecca di questo Paese, quanto meno nelle aree più conosciute, è il turismo, un turismo che qui è riuscito a modificare in breve tempo l’anima di alcuni luoghi. E’ come se molti dei bei luoghi del Paese siano stati venduti ad Instagram ai suoi Influencer…

Penso che proprio la facilità di viaggiare in questo Paese che probabilmente fa in modo che di qui passino sia i viaggiatori o backpackers in giro per l’Asia o il mondo, ma al tempo stesso i vacanzieri, quelli che passano di qui per andare in vacanza al mare e si aspettano di avere gli stessi servizi presenti nei loro Paesi.

LUOGHI TURISTICI E TURISMO

Alcuni esempi? Mirissa. Spiaggia diventa famosa e fotografata per i suoi tramonti, è piena di ristoranti e locali, e di gente europea o comunque occidentale, poche le persone del luogo, se non, nulle. Dalawella Beach, questa spiaggia è diventata famosa per un’altalena appesa ad una palma, per andarci ovviamente bisogna pagare una fee e bisogna attendere il proprio turno, eh già, perché per farsi fotografare bisogna mettersi in attesa, in attesa che le ragazze Influencer, si cambino vestiti e stili per postare la foto migliore sul web, il tutto perdendosi tramonti spettacolari. 

O ancora la spiaggia dove Steve McCurry ha fotografato i famosi pescatori, è diventata un altro luogo di guadagno.. qui i pescatori hanno capito che guadagnano di più a chiedere soldi ai turisti per mettersi in posa piuttosto che mettersi a pescare. Il famoso treno Candy-Ella è diventato così famoso che ormai è sempre affollato tanto che i locals, a volte non riescono a trovare per posto, mentre gli stranieri non pensano ad altro che a scattare foto.

A Sigiriya il turismo va a pari passo con lo sfruttamento degli animali. Qui ho visto elefanti con le catene pronti per essere usati per portare a spasso i turisti. Come ho scritto nel mio “Manifesto per il turismo sostenibile e responsabile” e come approfondirò più avanti con altri post, il viaggiare o visitare un Paese non deve comportare lo sfruttamento degli animali come quello dell’ambiente e delle persone locali.

Ma non solo, anche qui, come sta succedendo da alcuni anni in India, in particolare a Goa, i ricchi del mondo, in questo caso i russi, stanno cambiando l’identità di alcuni luoghi.

Detto questo, è ovvio che sia un bene che questo Paese abbia trovato nel turismo una forma di sostentamento, ma questo NON dovrebbe avvenire a discapito della propria identità culturale, non a discapito dell’ambiente, e della società. Bisogna ridisegnare il turismo, affinché sia più sostenibile ed etico. Il turismo dev’essere un’opportunità senza diventare una forma di pressione sui popoli locali e sul contesto naturale e socio-economico.

Se potrò, ritornerò in Sri Lanka, concentrandomi su tutte quelle zone non frequentate dai turisti e quindi poco famose, cercando magari di addentrarmi maggiormente nelle zone rurali. Per il momento conserverò nella mia mente il verde abbagliante di quest’isola…