India – Nelle acque sacre del Gange, Rishikesh

Bagno nelle acque del Gange durante l’Holi Festival, Rishikesh

Non avevo messo in conto di restare molto a Rishikesh. Solo qualche giorno prima di ritornare a Jaisalmer per una festa di compleanno. Ma siccome la vita, come sempre sa stupirti, mi sono ritrovata a trascorrervi più di due settimane. Avevo sentito parlare molto di Rishikesh, sempre molto bene, per questo era davvero entusiasta di andarci. Speravo anche che il clima fosse un po’ più mite da queste parti avendo lasciato Dharamsala proprio per le rigide temperature e la mia tosse che non accennava a diminuire. Invece, quando sono arrivata, la primavera sembrava ancora lontana, ma giunta in stazione ero già pronta a gustarmi un buonissimo chai in compagnia di un altro viaggiatore. Good vibes! Il viaggio da Mc Leod Ganji a Rishikesh era stato tutt’altro che semplice.

Arrivata con un bus a Dharamsala, in stazione non sembrava ci fossero soluzioni dirette verso Rishikesh con bus di linea, ma bensì solo minivan a costi più che raddoppiati. Chiedendo aiuto ad alcune persone, un controllore donna ed altri giovani, ero giunta alla conclusione che avrei dovuto cambiare più bus per arrivare a destinazione, tutto questa di sera/notte. Per fortuna le persone incontrate sono state molto disponibili e gentili e così sono salita sul primo un bus fidandomi che le informazioni datomi fossero corrette. Dopo circa mezz’ora di viaggio, arrivata ad una stazione, sono scesa ed accompagnata velocemente ad un altro bus già quasi in partenza. Dopo un viaggio di diverse ore sono arrivata a Haridwar e da lì un altro signore, trovato per la strada, mi ha aiutata a salire su un altro bus diretto a Rishikesh. Ovviamente quando ti trovi in situazioni in cui ti farebbe comodo trovare un altro viaggiatore, è proprio allora che non ne incontrerai nessuno.

Quindi è facile ora immaginare come potessi essere contenta e sollevata di gustare un ottimo chai alla stazione di Rishikesh in compagnia di un altro viaggiatore con il quale potessi scambiare qualche parola.

Tornando a Rishikesh, questa località è famosa perchè riconosciuta come la patria mondiale dello yoga. Qui giovani e meno giovani da ogni parte del mondo arrivano per abilitarsi come insegnanti di yoga o semplicemente per praticarlo. Ma qui si viene anche per praticare meditazione o vivere esperienze “extrasensoriali”, come ogni città sacra indiana che si rispetti è davvero usuale e normale fare uso di cannabis, questo, per aiutare l’esperienza meditativa. La città tra l’altro è diventata famosa anche perchè i Beatles che qui trascorsero diversi mesi in ritiro meditativo ed è proprio qui che concepirono uno dei loro album più famosi.

Purtroppo come spesso accade, al sacro segue il profano, in questo caso il dio denaro. Per farla breve, essendosi gli indiani resi conto dell’interesse degli occidentali verso yoga, meditazione, pratiche ayurvediche, ecc…, si sono prodigati di conseguenza offrendo corsi a profusione di ogni tipo. Rishikesh è soprannominata da alcuni anziani del luogo con il nome “Reach the cash”, un gioco di parole che denota l’attuale approccio della città, pronta a commercializzare tutto, anche la sua anima.

Al di là dell’aspetto commerciale della città, Rishikesh resta un luogo speciale, un luogo dove camminando per la strada è possibile non solo odorare incensi profumati ma anche ascoltare musica tibetana/new age. In cui si possono fare lunghe camminate sul lungo fiume, fermarsi ad osservare albe e tramonti, cerimonie religiose sui ghat, fare trekking, ed immergersi nelle acque del suo fiume sacro.

In questa città di medie dimensioni, nonostante il numero di turisti ed il traffico, si respira un’atmosfera placida e tranquilla, per nulla caotica.

Qui troverete insegne/pubblicità di corsi di yoga, reiki, medicina ayurvedica, incontri con veri guru e non, negozi di musica religiosa/spirituale molto evocativa, di abbigliamento per yoga/meditazione, ecc.

In seguito all’incontro con una ragazza italiana che stava vivendo a Rishikesh per insegnare yoga, ho iniziato a partecipare ai Satsang* di un guru brasiliano, Prem Baba e a partecipare alle attività dell’ashram che ospitava i suoi incontri. Ho quindi provato diversi tipi di meditazione, (Sounds meditation, gong meditation) e diversi tipi di yoga di diversi livelli. Ho anche deciso di seguire un corso intensivo di massaggi ayurvedici.

Uno dei giorni più belli trascorsi a Rishikesh è stato quello dell’Holi Festival, quest’anno avevo deciso che non avrei festeggiato tra le strade della città, ed invece dopo una riposante dormita, inaspettatamente avevo cambiato idea. E così mi sono ritrovata ancora una volta a lanciare polvere colorata addosso alla persone ma soprattutto ad essere coperta di mille colori dalla testa ai piedi. Questa città, anch’essa holi, cioè sacra, di è rivelato un luogo adatto a questi festeggiamenti soprattutto come donna. Infatti non si sono verificati episodi di ragazzi o uomini che con la scusa dell’Holi ne approfittavano per abbracciarti un po’ troppo calorosamente.

La festa tra le vie della città è stata molto divertente, abbiamo ballato musica indiana circondati da giovani, bambini, uomini e donne indiane e straniere in un’atmosfera di festa bellissima!

Ma ancora più bello è stato immergermi nelle acque del fiume Gange…

Avevo già deciso di farlo, ma per un motivo o per un altro non l’avevo ancora fatto.. Ma se è vero che le cose riuscite meglio sono quelle che accadono improvvisamente, quelle non pianificate, quello era stato anche il mi mio caso. Coperta com’ero di colore, convinsi i miei amici ad andare lungo il fiume e goderci quella bellissima giornata primaverile. Alcune persone erano già in acqua e ci misero poco a convincermi a fare lo stesso.

Tradizione vuole che ci si debba immergere tre volte per purificare il proprio karma. E così anch’io, avevo purificato il mio, in quel momento stavo ripulendo simbolcamente il mio spirito e così avrei provato a fare con un processo molto più faticoso durante il mio corso Vipassana.

Poco dopo essere uscita dall’acqua arrivò Prem Baba con i suoi discepoli e si immerse prima lui e poi tutti gli altri in un’esplosione di gioia, allegria e felicità diffusa.

Non dimenticherò mai, quella giornata, quella sensazione di pace in quel pomeriggio sulle rive del fiume Gange, circondata da una folla di persone, con i loro volti sorridenti, che trasmettevano una gioia pura ed un energia positiva. Quel giorno di primavera fu a dir poco rigenerante, e fu una bellissima conclusione del mio periodo trascorso a Rishikesh perchè di lì a qualche giorno avrei lasciato la città ed il Paese verso la mia successiva meta, il Nepal.

 

*Il termine Satsang significa letteralmente “associazione con i saggi”. E’ usato nella religione induista per definire un’adunanza di persone che tramite il dialogo, l’ascolto, la riflessione e la meditazione si pongano come obiettivo il raggiungimento della realtà, la verità.