Cosa mi ha stupito del Giappone: mezzi pubblici, mobilità urbana, taxi

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  • Macchine per acquistare i biglietti del treno/metropolitana
    Scordatevi i sistemi a cui noi italiani/europei siamo abituati. Il biglietto qui si fa per km ed area, quindi si deve prima guardare la mappa presente sopra le macchinette e vedere quante zone dovrete percorrere, quindi sapete che dal punto A al punto B dovrete spendere un tot di yen e quindi quando dovrete digitare la tipologia di biglietto non dovrete far altro che scegliere quel prezzo. I biglietti sono molto piccoli, ricordano quelli della metropolitana di Parigi con la differenza che all’uscita quando si inserirà nuovamente il biglietto questo resterà nello sportello.

  • File ordinate per prendere i mezzi pubblici
    Quando solitamente stiamo aspettando un treno siamo soliti farlo senza una regola precisa, anzi, si è abituati a cercare di superare/scavalcare le persone che abbiamo accanto a noi per accaparrarci i posto migliore. In alcune situazioni è come ci si ritrovasse ad il posto di partenza prima di una staffetta, pronto a scattare più velocemente degli altri. Qui in Giappone invece le file per attendere e quelle per l’uscita sono segnalate da frecce dipinte sul pavimento così che le persone entrino da una parte ed escano dall’altra, il tutto senza stresso o ansie. Questo non significa che i treni giapponesi non siano un luogo stressante, in fondo sono sconosciuti in tutto il mondo per essere tra i più affollati ma su questo si può fare ben poco ed è riconducibile ad una sola ragione: la maggior parte di loro non utilizza l’automobile ma solo i mezzi pubblici! Siamo davvero in Asia?!

  • Voci che indicano le fermate sui bus/metro/treni
    Ci sono delle cose che restano impresse nella memoria ed una di questa è il ricordo dei viaggi in bus per le strade di Kyoto. Poco dopo essere saliti sul bus inizierete a sentire una cantilena uscire dalla bocca dell’autista farete fatica a capire ma concentrandovi bene realizzerete che l’autista ogni volte che qualcuno scende dal bus ripeterà la seguente frase : Arigatou Goizamasu ma lo farà trascinando e biascicando tantissimo, se unite questa cantilena che sentirete ogni 2 minuti circa con la voce che annuncia dal megafono tutte le fermate, il tutto in bus spesso pieni di gente, potete immaginare quanto l’atmosfera non molto rilassante.

    Anche sui treni ovviamente vengono annunciate continuamente le fermate, funzione molto utile anche per i turisti e che per chi non a leggere il giapponese e magari sa solo il suono della propria fermata, ma è curioso come ci sia una musica di accompagnamento che cambi a seconda delle fermate. Ad esempio se percorrerete la tratta nella direzione di DisneyWorld Tokyo la musica sarà diversa per questa fermata rispetto alle precedenti e alle successive.

  • Silenzio sui mezzi pubblici
    In Nord Europa ormai da qualche anno ci sono delle carrozze dei treni dove è proibito parlare o che comunque sono destinate a chi vuole starsene tranquillo ed in silenzio, è un elogio alla tranquillità. In Giappone non ci sono carrozze con questo tipo di divisioni, anche perché nonostante la quantità di persone si tende a provocare meno caos possibile, questo non significa che non si parlerà o riderà ma il tutto verrà fatto con toni di voce non alti. Devo ammettere che a volte però era disarmante tutto quel silenzio in una carrozza piena di persone, sembrava una gara al silenzio e diventava quasi imbarazzante dire qualcosa!

    Una volta, di ritorno a casa ero seduta accanto ad un ragazzo che stava ascoltando un programma comico ma che stava dormendo. Il volume era molto alto tanto che molte persone hanno iniziato a guardare scocciati il ragazzo, ma nessuno ha pensato di dirgli qualcosa tranne un signore che l’ha sgridato prima di scendere. E’ stata incredibile la reazione imbarazzata e di vergogna del ragazzo, che non si era reso conto di non avere inserito bene le auricolari e non immaginava di causare disturbo, e che non la smetteva più di scusarsi!

  • Mobilità urbana
    Gran parte dei giapponesi utilizza i mezzi pubblici e sono pochi quelli che utilizzano la macchina. Le stesse guide turistiche sconsigliano vivamente di noleggiare una macchina in Giappone e soprattutto nelle grandi città.

    Immaginando una grande città, si immagina anche che ci sia molto traffico e caos causato dalle automobili, invece qui, non si ha la sensazione di traffico tipico delle grandi città (vedi Sydney!), qui sono le persone a piedi che occupano le strade ed attraversano le strade. Una quantità incredibile di persone che cammina per le strade e si sposta con i mezzi pubblici, ecco perché questi ultimi sono sempre stracolmi di gente.

  • Guanti dei taxisti
    La prima volta che ho preso il taxi in Giappone ero a Kyoto. Dovevamo tornare in hotel e così abbiamo deciso di tornare in taxi, più o meno il sistema per chiamare il taxi è simile alle altre parti del mondo con l’unica differenza che non ci si sbraccia per chiamarlo, i taxi hanno un’insegna sul tettuccio che è illuminata se il taxi è libero!

    Appena entrati ho notato che il taxista indossava un paio di guanti bianchi, ho iniziato a chiedermi il perché ma il fatto che si trattasse semplicemente della sua divisa non mi convinceva perché avevo notato la stessa cosa anche ai conducenti dei bus. Grazie alla mediazione linguistica del mio ex ragazzo ho scoperto, anzi abbiamo scoperto che i taxisti indossano i guanti banchi per mostrare la loro pulizia. Attraverso il guanto (cosa che ovviamente non sarebbe possibile allo stesso modo con la mano nuda) è possibile riconoscere una mano pulita da una che non lo è! Sembra che i giapponesi pensino proprio a tutto!

  • L’immensità di Tokyo
    La mappa della metropolitana di Tokyo è una delle cose più assurde e complicate che io abbia mai visto. Ho viaggiato tanto, anche in grosse città ma mai avevo visto una città così grande, mi ha impressionato ancora più di Bangkok che in effetti in confronto è più piccola di 600 kmq! E’ impressionante la sua grandezza ed i suoi spazi e potete immaginare quanto occorra per attraversare la città! Ricordo ancora le facce disorientate dei turisti che cercavano di capirci qualcosa ed uscire dall’inevitabile impasse in cui si trovavano; in quei momenti mi ritenevo fortunata che io stessi viaggiando con un giapponese e che potessi prendermi un po’ di tempo per capirci qualcosa.

    La rete dei trasporti è gestita da sue società diverse e questo fattore unito alle lunghe distanze, fa sì che per spostarsi da una rete/linea all’altra si impieghi molto tempo ed è molto facile perdersi soprattutto non conoscendo la lingua.

    Nonostante questa immensità e queste difficoltà decisi di cogliere al volo l’occasione (non senza timori) di prendere i mezzi pubblici da sola. Io e il mio ragazzo abitavamo a Honda nella prefettura di Shiba e per arrivare in centro da quel paese bisognava prendere più mezzi, quindi fare dei cambi, ci si metteva più o meno due ore per entrare in città. La cosa disarmante è che si fa fatica a rendersi conto, soprattutto se è sera, quando si esce e/o entra dalla città, perché non c’è quasi distinzione tra area metropolitana e suburbana, tutto sembra uguale, è assurdo ma si capisce che si sta entrando in città perché ad un certo punto si passa sopra un fiume.

    Avevo un foglietto di carta dove avevo appuntato il percorso, ma contavo anche sul mio istinto e sulla mia memoria, in fondo avevo già percorso quel tragitto più volte. La prima parte del tragitto andò liscia, ma nel momento in cui avrei dovuto prendere un altro treno, controllai solo il binario ed il colore della linea perché in quel momento le scritte sul display erano solo in giapponese e così salii sulla carrozza e feci la cosa più semplice e più vecchia del mondo: chiedere una conferma! E così ho chiesto ad una donna indicando con il mio dito la mia destinazione, lei ovviamente non ha capito nulla e non ha potuto rispondere, ci stava provando ma senza risultati, mi disse solo “next” e così cercai di rassicurarmi, in fondo perché doveva andare male?! Il treno parte e con il passare delle fermate la signora continua a guardarmi con la faccia preoccupata.. ho capito ben presto che la signora era preoccupata per me, perché avevo sbagliato treno!! Il binario era giusto, la direzione e la destinazione anche, ma purtroppo avevo scelto la linea che non prevedeva tutte le fermate!!! Dopo un momento di panico ho riattivato il mio cervello ed ho capito che l’unico modo era scendere in un punto in cui le due linee si incontravano così da fare un cambio. E così feci, scesi da quel treno ed aspettai quello successivo e la cosa divertente è che su questo invece una ragazza giapponese seduta accanto a me riusciva a parlare un inglese stentato! In quel momento ebbi la conferma che non riuscire a comunicare la stessa lingua o una lingua comune è un limite. Dovrebbe esistere una lingua comune (e non mi sto riferendo all’inglese) con il quale tutte le persone riescano a capirsi, a comunicare e ad esprimere le proprie emozioni.

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